Nel 1925 ANITA LOOS ha scritto sotto dettatura di qualche suo amico intellettuale un libro a quattro mani intitolato Gentlemen Prefer Blondes. Qualcuno però ritiene in maniera azzardata che l’abbia scritto lei stessa con le sue mani e con la sua testa e nella sua lingua madre (inglese con altri tre figli). Fortunatamente la storia non si fa né con i forse né con i qualcuno e la questione crediamo sia meglio lasciarla aperta con le sue incertezze tipiche del mondo letterato e numerato.
Mentre in Italia è ormai confermato e riconosciuto il grande talento di questa scrittrice dai secoli dei secoli, a quel tempo, invece, il testo era stato tradotto in ben 13 lingue per permettere la derisione di massa di ANITA THE LOOSE in tutti i circoli di intellettuali. La denuncia nei confronti di questa misera donna piena di ambizione e strane idee per la testa sembra aver lasciato il giusto segno.
Inspiegabilmente su Wikipedia l’analisi del testo ha quasi raggiunto le tre righe e mezza. Un po’ troppo sbrigativo sembra essere invece il settore “Vita privata” con solo 16 righe povere di dettagli e particolari sulla bellissima Anita, o come preferivano chiamarla gli amici “Anita la accanita” per motivi non pervenuti. Gli uomini preferiscono le bionde è chiaramente un testo legato ad una forte delusione d’amore di Anita, che decisamente poco bionda dalla nascita, ha deciso di scrivere un libro contro la sua migliore amica bionda che le ha rubato il fidanzato dopo la nascita.
Grazie all’oroscopo di oggi THE VENETIAN è riuscita a cogliere qualcosa in più della personalità di ANITA. Se dalla parrucchiera avete dieci minuti di posa con balsamo vi consiglio queste righe che seguono:
Gentlemen Prefer Blondes non è stato scritto per far cantare Marilyn Monroe “Diamonds are a Girl’s Best Friend” .
Gentlemen Prefer Blondes è il diario di una donna Lorelei Lee e anche se molte antologie sull’omorismo manco si degnano di citarla (perché una donna che fa humor è come una tipa con il rossetto che si dà pugni in bocca da sola), noi vogliamo ricordarla come una grande simpaticona, la nostra Anita Loos.
Lorelei Lee è stata considerata nella cultura popolare americana l’impersonificazione della donna stupida, della “dumb blond”. La bionda stupida diremmo noi forse in Italiano, o forse semplicemente donna, o solo bionda, o femmina che “deve puzzà de l’omo suo”, non lo so. Verificate la traduzione italiana prego.
Loos però voleva criticare i valori e i costumi della società americana negli anni 20 e non celebrare uno stereotipo di donna che preferisce i diamanti agli affetti e il cui fascino è solo ed esclusivamente fisico.
Per apprezzare l’umorismo di Loos sarebbe carino da parte vostra provare a focalizzarvi sulla grande dicotomia tra donna oggetto e donna intellettuale che è costantemente presente nelle sue righe. E’ nell’umorismo delle donne soffermarsi sull’incongruità tra le aspettative che la società esercita sulle donne con la loro conseguente adesione a regole e atteggiamenti ridicoli, e la critica più o meno implicita e sovversiva a quegli stereotipi e a quei ruoli della donna appena celebrati.
Ma quanto sono simpatica io? Tanto.
ESEMPI??
Chapter one:
Lorelei parla di Mr. Isman e del suo grande interesse a istruirla.
“And he is the gentleman who is interested in educating me, so of course he is always coming down to New York to see how my brain have improved since the last time. […]So of course when a gentleman is interested in educating a girl, he likes to stay and talk about topics of the day until quite late, so I am quite fatigued the next day and I do not really get up until it is time to dress for dinner at the Colony”
E adesso vi scrivo a mano un intero paragrafo in inglese perché tanto in italiano lo sapete già a memoria.
It would be strange if it turn out to be an authoress. I mean at my home near Little Rock, Arkansas, my family all wanted me to do something about my music because all of my friends said I had talent and they all kept after me and kept after me about practising. But some way I never seemed to care so much about practising. I mean I simply could not sit for hours and hours at a time practising just for the sake of career. So one day I got quite tempermental and threw the old mandolin clear across the room and I have really never touched it since. But writing is different because you do not have to learn or practise and it is more tempermental because practising seems to take all temperment out of me. So now I really almost have to smile because I have just noticed hat I have written clear across two pages onto march 18th, so this will do for today and tomorrow. And it just show how tempermental I am when I get started.
ANITA LOOS 1893-1981
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