THE VENETIAN: Ciao Rocco
ROCCO: Chiamami pure Sì Freddi se vuoi!
THE VENETIAN: Dai Rocco non cominciare subito così sennò come facciamo a far capire alla gente che anche tu hai un cuore?
ROCCO: Lo sanno, lo sanno che ho un muscolo che pulsa amore e fantasia THE VENETIAN
THE VENETIAN: Dai Rocco parlaci della tua prima storia d’amore, della tua cotta. Ti va?
ROCCO: Ah che risate guarda.
THE VENETIAN: Ma dai? E dicci dai
ROCCO: Io a quel tempo avevo circa due, due anni e mezzo e lei sette o otto
THE VENETIAN: Ma Rocco
ROCCO: E’ stata una cosa proprio strana, per non dire insolita. Lei mi ha scritto una lettera che sono riuscito a leggere solo qualche anno dopo.
THE VENETIAN: Eh beh certo, posso capire. Ma scusa ma non poteva leggertela direttamente lei scusa?
ROCCO: Ma che sei pervertita?
THE VENETIAN: Perché cosa ho detto scusa?
ROCCO: Ma che storie d’amore conosci tu. Ma che adesso una se la fa e se la racconta pure? Dai su THE VENETIAN
THE VENETIAN: Beh se non sapevi ancora leggere, almeno leggerti la lettera o trovare qualcuno che te la leggesse
ROCCO: Sta di fatto che quando ho imparato a leggere, attorno ai tre e mezzo
THE VENETIAN: Ammazza precoce direi
ROCCO: Che cosa? Precoce a chi scusa?
THE VENETIAN: Dai ma che cosa c’entra. E quindi lei cosa ti diceva su questa lettera?
ROCCO: Il tuo silenzio disperato
e la verità che mi hai negato,
hanno fatto di un giovane incanto
uno squallido segreto.
E’ così che ho imparato a parlare e a scrivere, che ti pensi? Io mica faccio le cose tanto per farle: io le faccio con amore
THE VENETIAN: AMMAZZA. Ma senti e allora poi quando hai imparato a parlare e a leggere cosa le hai detto? Cosa le hai risposto?
ROCCO: Di sì ovvio
THE VENETIAN: Come ovvio?! Mica tanto voglio dire. E lei era ancora là ad aspettarti?
ROCCO: Certo. Ovvio.
THE VENETIAN: Ovvio Rocco non direi, comunque è un storia molto bella.
ROCCO: Perché non sai come ho imparato a camminare allora! Quella sì che è stata una gran bella storia d’amore
THE VENETIAN: Perché che è successo? Come vi siete conosciuti?
ROCCO: Lei era la mia baby sitter e io adoravo il suo modo di spingermi sul passeggino
THE VENETIAN: Mamma mia giovanissimo ancora
ROCCO: Eh beh perché adesso cosa sarei scusa? E quindi lei mi spingeva e io cadevo dal passeggino apposta
THE VENETIAN: Ma perché? Dove starebbe la genialata scusa nel cadere per terra?
ROCCO: E chi riusciva a cadere per terra? C’aveva di quelle tette. Tette pazzesche. Da spavento! Mi prendeva sempre al volo prima che toccassi terra
THE VENETIAN: Madonna mia Rocco, ma che riflessi veloci che aveva lei, velocissimi direi. Sì però anche tu non eri molto carino. Voglio dire chissà che spaventi si prendeva
ROCCO: Eh sì sì vero. E quindi poi così è andata
THE VENETIAN: Cosa è andata?
ROCCO: Sì cioè poi sono caduto due o tre volte e da allora mi son detto “è tempo di rialzarsi” con le proprie gambe e così ho imparato a camminare. Che ti credi? Che io imparo a camminare così tanto per camminare? Io faccio le cose con amore.
THE VENETIAN: E con lei poi che cosa è successo? Vi siete scritti, hai letto qualcosa o camminavate solo?
ROCCO: No, no facevamo tutto tutto: lettura ad alta voce, bassa voce, scrittura accompagnata, camminata a gattoni, con doppio passo. Tutto tutto. Ci siamo divertiti un sacco.
THE VENETIAN: E anche con lei è finita o state ancora in contatto?
ROCCO: Sì ci sentiamo ancora per le ripetizioni ogni tanto. Ma quasi mai diciamo.
THE VENETIAN: Dai Rocco, con tutte queste storie, cosa ti sentiresti di dire al nostro pubblico sull’amore e sulle esperienze sentimentali che hai fatto?
ROCCO: Ecco una delle mie palle di saggezza dici
THE VENETIAN: Perle si dice. Comunque sì, qualcosina da dire al pubblico dai
ROCCO: Non è l’età o il passeggino che conta. E’ quello che vi aspettate di vedere davanti a voi in caduta che deve essere stimolante e spaventoso!
THE VENETIAN: Il futuro, le ambizioni, le aspettative con quella person?
ROCCO: ?? Sì va beh THE VENETIAN, più o meno, sì.