C’era una volta una bambina orfana dalla nascita. Era così povera che qualche volta le capitava di ricevere qualcosina dalla gente: una maglia, un pasto caldo, dei calzini. Anche la piccola fiammiferaia le portava ogni tanto uno dei suoi fiammiferi per riscaldarla. La bambina a volte giocava nel parco con qualche passeggino, altre volte parlava da sola con i sassi.
Un giorno, senza motivo, decise di piangere per una tristezza che non aveva mai conosciuto prima. Forse era solitudine, forse fame o forse un po’ di febbre. Volle piangere e pianse. In quel frangente un quadrifoglio le urlò dall’erba goffamente:
“Ma non far così piccola mia! Non disperarti. Forse sarai sola, forse avrai fame o forse sarai un po’ ammalata. Non lo so, ma tu stammi a sentire: di quadrifogli ce ne son pochi qua nel parco, ma la cosa non interessa a nessuno. Portami con te ti porterò fortuna”.
La bambina così fece: si mise il quadrifoglio in tasca e ogni tanto lo tirava fuori per parlarci. Insieme trascorsero quattro giorni di grande divertimento e spensieratezza. Ognuno raccontava cosa aveva visto nelle loro brevi vite tra la sorpresa e lo stupore dell’altro. Il parco si era fatto più verde e accogliente.
Dopo il quarto giorno, però, il quadrifoglio cominciò a marcire e ad avere poco fiato. Le sue storie erano sempre più brevi e aveva freddo anche dentro nelle tasche di lei. La bambina si disperò. ” Cosa posso fare per te? Farò qualsiasi cosa. Di bambine come me ce ne son poche qua nel parco, ma la cosa non interessa a nessuno. Portami con te e ti porterò fortuna.”
Il quadrifoglio le rispose con amore: “Tu non puoi portar fortuna perché non la conosci. Appoggiami qua sul marciapiede e va. Vai e cerca nelle strade quadrifogli come me”.
“Ma non ci sono nelle strade” disse lei confusa.
“Ma sì, sono in ogni dove!” replicò lui con saggezza.
” E come faccio a capire che son quelli come te?” domandò la bambina.
“Dalle storie che vi racconterete. Ora va e ritorna con uno di loro”.
“Va bene” prese coraggio lei. “E se non ne trovo?” si scoraggiò.
“La cosa non interessa a nessuno” urlò lui con voce forte e stanca.
La bambina lo baciò su tutte e quattro le foglie e corse via.
Dopo venti quattro anni ritornò lì quasi per caso. In ginocchio scrutò il marciapiede con morbosità e dolore senza trovare traccia di ciò che era stato. Con voce fioca parlò apertamente a terra “Avevo trovato qualcuno. Se ti interessa”.