IL CONVEGNO IN LIS
Dal 2006 (legge 20 febbraio 2006, n. 95) il termine sordomuto è stato sostituito con il termine SORDO con grande gioia da parte della comunità sorda italiana. Rivolgersi a loro, scrivere e informare altre persone utilizzando il termine SORDO è un’occasione di orgoglio e rispetto per la loro cultura e identità. I sordi non sono dei NON udenti, ma delle persone che sono fiere di esprimere una cultura identitaria differente da quella della maggioranza. Il testo che segue mette in luce l’ignoranza che sta alla base di molti stereotipi e pregiudizi degli udenti nei confronti dei sordi, della loro lingua e degli interpreti LIS.
I tecnici in sala discutono sugli spazi e su come predisporre il proiettore, le sedie per i relatori e per il pubblico del convegno “Comunicazione e barriere comunicative” in Lingua dei Segni Italiana.
GIULIO: Hanno detto che verranno molto SORDI, c’è scritto qua sul comunicato
MARCO: Dai deficiente si dice sordomuti. Guarda che se ti sentono! Bella questa eh?
GIULIO: Eh sì forte. Comunque qua c’è scritto sordi. Dai allora qua dicono che verranno molti sordi e muti e che dobbiamo “predisporre bene le sedie per garantire visibilità a tutti per il”
MARCO: E che cosa significa? Non è che siamo al cinema con le poltrone rialzate. Chi arriva prima si metterà davanti e poi se c’è qualche gigante che per fare lo stronzo si mette proprio davanti ad un nano, oh, che ci possiamo fare noi? Venite prima, no?
GIULIO: “predisporre bene le sedie per garantire visibilità a tutti per il“ aspetta Marco, “per il servizio di interpretariato in Lingua dei Segni Italiana (LIS)
MARCO: Ah sì sì, lo so! Sono quelle tipe del TG! Quelle che usano le mani, le muovono tutte.
GIULIO: Ma dai pure loro vengono. Ma che convegno carino, “una cosa diversa”. Un’esperienza diversa!
MARCO: Almeno quello voglio dire: ogni tanto il nostro lavoro ci dà qualche stimolo nuovo. Quindi?
GIULIO: Allora mettiamo le tipe interpreti della TV davanti in prima fila con la scritta sulla sedia POSTI RISERVATI e i relatori ovviamente staranno sul palco
MARCO: Aspetta, aspetta. Mi sta venendo in mente una cosa stratosferica.I sordomuti alle prime file, la gente normale nelle ultime. Eh? Così facciamo vedere che abbiamo una marcia in più quanto a sensibilità
GIULIO:Ferma tutto Marco. Ci sono solo sordomuti mi sa. Perché sul foglio c’è scritto “PREVISTI pochi udenti”
MARCO: Pochi udenti? Ma che termini sono!?
GIULIO: Senti, ehehe, io c’ho mio cugino che non ci sente tanto bene e so che lui fa fatica a sentire tutto. Secondo me sarebbe carino che facessimo che I MENO sordi li mettiamo dietro e quelli PIU’ sordi davanti
MARCO: Ma dai ma sei pazzo? E come glielo dici?
GIULIO: Ma dai! Ma mica glielo diciamo noi. Lo diciamo all’hostess bella e sorridente che dirà all’ingresso qualcosa del tipo “per CHI SENTE UN PO’ è meglio andare davanti, tra le prime file”. Una cosa carina così. Capito?
MARCO: Forse sarà il contrario: I PIU’ sordi DAVANTI così almeno possono sentire qualcosa, mentre i sordi che un po’ ci sentono dietro perché sennò sembra che avvantaggiamo quelli che sento già. Capito?
GIULIO: Ma no, guarda che se dici così li discrimini. Anche i sordi che stanno dietro devono poter sentire tutto. C’è scritto qua sul comunicato. Dare visibilità a tutti. Vuoi che ci licenzino?
MARCO: Ah ma qua si stanno riferendo alla vista! Ma quanto siamo scemi. I sordi “quelli più sordi” proprio perché non sentono li mettiamo dietro perché vedono meglio da lontano
GIULIO: Azzarola come mi stupisci oggi. Beh in effetti non ci avevo pensato a questa cosa. Quando uno non ha un senso potenzia l’altro in effetti. Non mi stupirei che vedessero meglio
MARCO: Sì, ma aspetta, cosa devono vedere alla fine se la gente poi insomma ecco parla
GIULIO: Eh ma infatti questa cosa dei sordi davanti e dietro non funziona…E come facciamo? Ma potevano darci qualche indicazione in più questi qua di Venezia però!
MARCO: Circondiamoli!
GIULIO: Chi? In che senso?
MARCO: Senti qua: i relatori li mettiamo in mezzo alla sala e poi disponiamo tutte le sedie attorno così non abbiamo più il problema dei sordi davanti e dietro
GIULIO: Vero, genio! No, no aspetta un attimo. Abbiamo ancora i sordi davanti ai relatori e i sordi dietro ai relatori. Non è che abbiamo molto spazio Marco qua. Se arriva tanta gente come fai?
MARCO: Eh ma questi sordi però non stanno mai fermi
GIULIO: Facciamo una cosa a ferro di cavallo: relatori al ferro e i sordi al cavallo eheeh
MARCO: Che battuta sarebbe questa? Stai dando proprio i numeri tu ora. Dai mettiti serio: dicevamo. Mettiamo le sedie a ferro di cavallo così non abbiamo il problema dei sordi più sordi e sordi meno sordi e tutti stanno seduti
GIULIO: Ma perché tu avevi considerato anche la gente in piedi?
MARCO: Beh se c’è qualche gente che sente benissimo tipo noi.
GIULIO: Ah GENIO.Ma scusa ma se ci sentono bene di sicuro vedono male: andrebbero messi davanti allora
MARCO: Vera anche questa cosa qua che mi dici. Dai perfetto “udenti” come c’è scritto sul comunicato li mettiamo davanti e poi oh i primi che arrivano si mettono dietro. Così lasciamo spontanea la cosa
GIULIO: Eh sì perché così noi non stiamo discriminando nessuno
MARCO: Esatto. Al massimo si metteranno d’accordo tra di loro. Che poi non si dicano cose assurde sulla discriminazione
GIULIA: Dai dai basta parlare, vai sposta questo.