Buonasera a tutti. Grazie tante per essere qui con me questa sera. Sono davvero felice di essere tra voi dopo tanto tempo. Vedo alcune facce note: i fedelissimi che durante la quarantena mi hanno seguito su Zoom. Buonasera! Per chi non mi ha mai visto prima, e per i confusi che non sanno cosa sia Suzum, è un antipasto giapponese. Ho smesso di fare teatro, ora mi dedico alle zuppe giapponesi con alghe tibetane.
Stare di fronte a voi e vedervi tutti con le mascherine non è facile. Non riesco a leggere le vostre espressioni. Chi è felice mi faccia tre battiti di ciglia per favore, due per chi si sta annoiando. Eccolo là in seconda fila: il complottista che ne sta facendo cinque, mentre manda messaggi alla CIA! Vedo che qualcuno con le rughe degli occhi sta usando il codice morse per dirmi qualcosa che non capisco. Per favore ho bisogno di messaggi chiari, ridete forte e chiaro o niente. Ok? Ah, non applaudite, mai! Che poi la mano destra, per sbaglio, va a toccarvi la vostra mano sinistra, e non sapendo dove le avete messe, va a finire che vi contagiate da soli. E poi ci tocca leggere i titoloni sul giornale “Si contagiano a teatro applaudendo attore giapponese mentre indossava la mascherina delle ciglia”. E poi gli applausi con i guanti di lattice non sono il massimo. Se non troviamo presto un vaccino questo inverno ci toccherà vedere le signore impellicciate in prima fila con i guanti di ermellino, con sopra i guanti monouso di lattice. Che bel casino. Se qualcuno di voi era contro il vaccino, spero adesso di avervi fatto cambiare idea.
Mentre ero in quarantena ho scoperto di adorare i cioccolatini Perugina. E ho scoperto anche perché, grazie a una teoria sulla cioccolata di Lebotivit Urjunzan. Ne avete mai sentito parlare? Non deve aver avuto un’infanzia facile uno con un nome così. E io neanche so quale sia il suo nome, Lebotivit o Urjunzan? Pensa se fosse stato spagnolo, gli toccavano quattro nomi, Lebotivit Castillo Urjunzan Versantes.
Allora ho scoperto tramite, mmm lui, che la Perugina manda messaggi subliminali. Lo fa tramite i bigliettini che ti lascia dentro il cioccolatino. Piu’ li leggi e piu’ ti viene voglia di scartarne altri e mangiare piu’ cioccolata. Io non la sapevo questa. Trentatré anni a mangiare cioccolatini del male. Sono messaggi all’apparenza innocui, ma in realtà sono al servizio dell’industria dello zucchero e delle case farmaceutiche che sono pappa e ciccia con Bill Gates.
Sfortunatamente, c’ è sempre qualcuno che tenta di far passare queste scoperte come delle stupidaggini. C’è persino qualcuno che preferisce darsi dell’ingordo ciccione pur di insabbiare queste verità. Pensateci, non è un caso se la metà degli americani sia obeso e che i bigliettini della Perugina non siano biodegradabili. Mi direte “E se evitassimo di leggere i bigliettini e mangiassimo solo il cioccolatino?”.
Dobbiamo svegliarci. Loro sanno come giocare sulla nostra psicologia inversa! Tu lo vedi il bigliettino, ma decidi di non leggerlo perché vuoi essere trasgressivo. Pensateci bene, quello che vi porta realmente ad aprire il cioccolatino non è la voglia di mangiare il cioccolatino, no! È il desiderio di trasgressione, tu lo sai che quel biglietto è lì, è lì per quello, ma decidi di non leggerlo! Questo le case farmaceutiche e la CIA lo hanno capito subito.
(Rivolgendosi al pubblico) Voi sinceramente un po’ meno. (Rivolgendosi a una persona tra il pubblico) Ma tu ce l’hai Suzum? Ecco appunto.
Per chi non avesse mai sentito questa teoria, benvenuti nel mondo di Lebotivit Urjunzan. Il mondo del complotto, una realtà rassicurante dove non c’ è spazio per le proprie responsabilità. Esse sono attribuite a qualcun altro, ai cosiddetti “poteri forti” che tramano a nostra insaputa. L’unica cosa che dobbiamo fare è SVEGLIARCI! Lo dicono sempre “Dobbiamo svegliarci! State dormendo! Ma non vedete quello che sta realmente succedendo, aprite gli occhi!”. Chiaramente non hanno capito che dormendo si riesce a fare qualcosa di incredibile: non complottare. I complottisti non dormono mai. Hanno un’insonnia ancestrale cronica perché appena chiudono gli occhi le loro pecore sono già tutte in fila, già tutte contate e in perfetto ordine secondo i precetti dell’Ordine Nuovo. I complottisti adorano la sveglia e il suo suono instancabile e costante. La adorano perché è un aggeggio celebrato da un terrapiattista, da colui che individuò la vera causa del sorgere del sole: i canti dei galli all’alba.
È incredibile come i complottisti abbiano sempre una spiegazione per qualsiasi cosa. Nei loro discorsi c’è sempre un NOI, pochi eletti, che abbiamo scoperto ciò che è stato insabbiato, la cosiddetta verità con V maiuscola e il LORO, i poteri forti, i potenti che stanno nella “stanza dei bottoni” e che hanno in mano le redini del destino del mondo dormiente. Ma chi ha inventato questo termine “La stanza dei bottoni” scusate? Non ditemi Pietro Nenni, il politico italiano. No, no, questo è quello che loro vogliono farvi credere. Chi ha inventato questo modo di dire della “stanza dei bottoni”?
Le sarte! Le sarte che ti fanno il ricamo per il tanga, loro a suo tempo avevano avuto l’intuito che il mondo sta collassando tra le scie chimiche e i pali del 5G, probabilmente alimentati dall’olio di palma, che è poi quello che veniva dato ai pipistrelli nei mercati in Cina per infettare il mondo. Inaccettabile! Queste cose dovrebbero insegnate a scuola, a tutti, prima che vengano oscurate come sempre!
Se i complottisti dovessero insegnarci l’inglese alla lesson number one non ci direbbero “The cat is on the table” ma “quello che vedi è un felino degli Illuminati messo a posta sopra il tuo tavolo, che è linea con l’asse delle torri gemelle prima che venissero distrutte, per distrarti dalla vera verità: tu non lo imparerai mai questo inglese, perché l’inglese è la lingua degli ufo.”
Il complottista è un combattente ansioso che avanza con logiche e dialettica incessanti. Dopo averti insinuato il dubbio, e poi gradualmente scetticismo, incertezze, diffidenza ecco che ti disorienta con la lancia del delirio d’ansia. E quando credete di essere stati illuminati dal precetto Socratico “io so di non sapere”, in realtà siete solo in preda a un attacco di panico. Se non riuscite a difendervi, richiamando il buonsenso e razionalità, vi ritrovate storditi in questo vortice d’ansia: “E se il coronavirus non esistesse davvero? E se il vaccino per combatterlo fosse solo un’invenzione? Ho chiuso il frigo ieri sera? E anche se fosse?! Forse lo psicologo può aiutarmi! Ma lui crederà al coronavirus e al vaccino? Avrà un frigo?”.
Nel corso della storia abbiamo cambiato i nostri riti e abitudini. Per gestire le nostre paure e per alleviarci dalle angosce di tutti i giorni siamo passati dall’ offrire sacrifici umani agli Dei, allo scaricarci app di meditazione contro l’ansia e lo stress. Siamo passati dall’uccisione fisica di animali e uomini allo stare sdraiati su un tappetino della Decatlon. Direi che ci siamo un po’ calmati! Ora, non voglio suggerire ai complottisti di sacrificare un capretto sul balcone di casa per invocare il Dio delle difese immunitarie, però se lo facessero, ecco capirei. Può aiutare per allentare i loro timori e le incertezze del tutto comprensibili in questa emergenza sanitaria e sociale. Li capisco: da ansiosa non complottista farei di tutto per avere una spiegazione superiore, ancor meglio malvagia, proporzionata alle incertezze del momento che stiamo passando. Mi aiuterebbe di sicuro ad anticipare gli eventi e a crearne regolarità in questo caos quotidiano.
Ma i complotti non possono essere dimostrati. Ci si può credere o meno, sono una sorta di narrazioni religiose. Ci sono persone che credono in Dio. Ci sono persone che credono che il virus sia stato inventato in laboratorio dai cinesi per dominare il mondo. E ci sono persone come me, che credono che il laboratorio sia stato creato dal virus per inventare i cinesi. Ognuno può scegliere la narrazione che preferisce pur coscienti di non poterlo dimostrare e imporre agli altri.
I complotti si intrecciano l’un l’altro e come l’edera prendono pian piano tutto lo spazio che c’è. Uno spazio fatto di paure, di relazioni causa-effetto e di coincidenze. Facilmente si supportano a vicenda perché riconoscono in un’altra teoria complottista le stesse scorciatoie di pensiero e lo stesso modo di spiegare la complessità della realtà. E così si rafforzano, un po’ come fanno gli innesti sugli alberi di ciliegie. E le assurdità diventano esponenziali, e si vedono penzolare banane dalle piante di basilico.
Ma non tutti i complottismi sono sullo stesso livello.C’ è chi non crede all’esistenza dei dinosauri. C’è chi crede che l’olocausto non sia mai esistito, e poi c’è chi non crede al lattosio. Non sono tutti sullo stesso piano e hanno un impatto nella realtà molto differente, che non può essere sottovalutato. Ricordiamocelo quando vedremo gente manifestare contro il lattosio, mangiandosi lo yogurt in piazza. Per lo piu’ armati di cucchiaino.
Non so se i complottisti amino definirsi tali. È forse per loro un insulto sentirsi etichettare così, proprio quando quello che stanno cercando di fare è di attingere alla verità e comunicarlo agli altri. Vorrei saperne di piu’ a riguardo. Se credi che gli Americani non siano mai stati sulla Luna e che le immagini pubblicate siano state create al computer negli studi cinematografici, come vorresti chiamarti? Antiamericano? Informatico riluttante? Filosofo della luna? Non lo so. Forse DoubleX345 per la CIA, Giorgio per gli amici e Giorgio DoubleX per gli amici della CIA. Ma Lebotivit Urjunzan ancora non si spiega…