I find men very naive when to take the piss out of “female comedians” they say we always talk about period, clothes and women stuff. If they only could listen to us once they will finally understand that there is only one single topic: period has periods and according to which period our period is having, we will wear different clothes.
Dreamers don’t want their dreams to become true.
They want their reality to became their dreams.
Some art exists to ask questions, and to play with expectations. Some people want art to take them to a place they would never have imagined going to in the company of people they would never have imagined meeting. Bob Dyland, Samuel Becket and Reeves and Mortimer all do this. Other people want art to reconfirm the things they already know, and send them away feeling better about themselves. This is the job of Coldplay, Music Theatre and those kind of Comedy Store/Jongleurs stand up comedians wo invite the audience to think “Yes, that’s exactly what happens whenever I try to open a sachet of tomato sauce too, brilliant!
p 317-318, Steward Lee (2010), How I escaped my certain fate. The life and the deaths of a stand up comedian
E’ una canzone che parla di coraggio e di prendersi dei rischi, perchè non c’è nulla da perdere: “con un salto vai più in là, con le ali torna qua. Ma che grande novità!”.
Perché fare come il papero che fa solo qua qua, quando si può piegare le ginocchia, scodinzolare e fare tutto il ballo? Può capitare un bacio come un fallimento, ma che male c’è?! La felicità si può prendere sotto braccio, solo se si è coraggiosi. All’arembaggio, col QUA QUA QUA.
GLI INVIDIOSI: quelli che fanno delle tue sfighe le loro vittorie;
I ROSICONI quelli che vedono la sfiga nelle tue vittorie;
GLI SFIGATI quelli che credono di farne parte,
GLI AMICI quelli che conoscono tutte le sfighe dietro le tue vittorie.
Eravamo due fidanzati per gli sconosciuti;
due buoni amici per gli innamorati.
Due volti in un unico riflesso:
come te, io te stesso.
GLI AIUTI RECIPROCHI
Una donna si avvicina alla casa del supermercato con un pacchetto di farina.
“Posso passarle davanti?”Chiede ad una donna con un carrello pieno carico di spesa.
“Sì certo passi pure. Senta ma lei non è che mi darebbe una mano con le borse fino alla macchina?”
Mi sento desiderata come un ago nel pagliaio per un sarto in ritardo con la consegna.
Miserevole uomo,
animato dai vortici del silenzio e dall’agonia dei vuoti che essi portano con se,
non darti pena se le tue labbra faticano con il suono scusa, ho sbagliato
non tormentarti se le tue dita non sanno comporre le lettere del non avrei dovuto.
Lascia che siano le tue spalle a custodire la tua ombra e il suo timore,
Ora avanza
senza abbagli e senza rimpianti:
ciò che hai calpestato era già a terra
e ciò che hai avuto era già per te.
Ore 4. 05 Volpago del Montello.
La cosa che odio di più al mondo è trovarmi alle quattro di notte, con il raffreddore che pulsa dentro le mie narici mentre spingo in avanti un carrello con le ruote al contrario, carico di conigli esagitati dagli occhi rossi in un corridoio pieno di correnti d’aria fredda. Non è un incubo, è una giornata dal papà.
Buongiorno a voi!
Cara dolce Cara,
non è facile lasciare alle spalle quello che era poco prima il nostro appoggio, il fianco sicuro, il bastone accanto ad una vecchia sedia.
Ora prendi il volo, ascolta il rumore delle ali in movimento senza timore. Non curarti dello sforzo fisico e vai puntando verso l’alto.
Parla di te, fai del tuo corpo il bersaglio del sole, giovane aquila.
Non lasciare che il dolore faccia tremare le tue insicurezze. lascia che tremino e vai avanti.
Vola e io ti guarderò ridendo dell’orizzonte e delle sue leggi prevedibili tanto amate e attese dagli amanti al tramonto. Vola in alto e piangi. Piangi senza compiacerti.
Ignora le grida maldrestre dei galli che invidiosi del tuo volo ti richiamano a loro. La loro notorietà tra i volatili è altra cosa dalla tua solitaria dolcezza. Vola e dimentica i loro richiami perché la tua natura è nel cielo.
Venite! Seminario sull’umorismo sordo!
L’individuo sempre più solo e debole si sta ritorcendo su se stesso come un gamberetto. Idolatra la propria ombra fino a scordarsi quella più nobile delle nuvole sopra di sé. Dimentica la luce che sovrasta le vallate, i fiumi, le città, i paesini per farne un utile faro da scena per le proprie faccende personali. La stupidità che guida le sue azioni viene sempre meno additata con vergogna, ma invece applaudita come ironica espressione dell’ io artistico. Si va strisciando con il mento a terra come i cani di tartufo in attesa del fischio del giorno.
Temo la mia ignoranza e la mia pigrizia. La temo perché mi riconosco della mia codarda generazione. Siamo codardi nello sguardo, avari negli affetti e complici di un sistema che ci vuole docili e lagnosi con moderazione. Temo la generazione che mi ha preceduta, grassa e invadente come un polipo in una bacinella.